Nella storia dell’uomo insieme alla canna di bamboo anche molte specie della famiglia delle graminace ed altri elementi vegetali sono stati parte dell’edificazione di ripari temporanei, strutture ed edifici di ogni genere e forma.
Basti pensare che proprio nel bacino del Mediterraneo la canna comune/palustre (Arundo Donax) ha avuto un ruolo fondamentale nell’edificazione.
Per millenni la canna comune è stata utilizzata come supporto di malte per intonaco, come isolante termico, per coprire tetti e in alcuni casi come elemento strutturale. Ed anche la paglia – apparente scarto dell’agricoltura e residuo del grano dopo la mietitura – ci accompagna nella creazione di ripari: mischiata alla terra o in raccolta in ballette ha permesso l’edificazione di strutture altamente performanti sotto l’aspetto energetico e statico.
Nell’est del mondo la possibilità di avere accesso a specie di bamboo alte 30 metri con un diametro che può arrivare ai 20 cm ha stimolato una grande sperimentazione e l’utilizzo di questo materiale si è spinto dalle prime forme di prototipizazzione architettonica che oggi definiremmo “baracche”, fino ad edifici complessi e moderni su più piani.
Il bamboo in Asia rimane tutt’oggi un materiale fondamentale per l’edilizia, in quanto viene impiegato quotidianamente per l’allestimento di ponteggi e impalcature ed è sperimentato nelle sue caratteristiche strutturali ed estetiche anche in edifici pubblici e di pregio.
L’ARCHITETTURA IN BAMBÙ TRA TRADIZIONE E MODERNITÀ
Molti architetti e costruttori stanno oggi riscoprendo le potenzialità del bambù come materiale naturale per costruzioni suggestive. Proprio in Europa, Jörg Stamm, architetto tedesco esperto in bamboo, già nel 1989 realizzava un ponte pedonale in Germania, ma solo dai primi anni del 2000 iniziarono a comparire opere di architettura rilevanti interamente costruite in bamboo.
Stupendi esempi di architettura in bambù oggi sono sviluppati in tutto il mondo da svariati studi di architettura come: Vo Trong Nghia Architects, Kengo Kuma and Associates, lo studio Ibuku, Jörg Stamm, Simón Vélez Design, lo studio Penda e molti altri.
L’ESPERIENZA ITALIANA
Il padiglione di Vergiate, costruito all’interno del Parco del Ticino, è l’unico esempio di struttura permanente in bambù ad uso pubblico in Italia.
L’edificio è stato realizzato contestualmente ad una serie di workshop dall’associazione EmissioniZero e copre una superficie di 512 mq, costituendo un imponente esempio di architettura in bambù.
Oggi svariate associazioni e studi di architettura e design italiani, anche di fama mondiale, si interessano al bambù, curando bambuseti e sperimentando il materiale soprattutto per strutture temporanee ed oggetti di design.