Nell’immaginario comune – grazie a film, video e immagini nei libri – si pensa che lo strumento migliore per tagliare i culmi di bamboo sia il machete; pur essendo un fantastico arnese, in realtà per un buon taglio e una buona gestione del bambuseto è più indicata una sega da potatura o un gattuccio a batteria (che non è un piccolo gatto taglia-bamboo, ma questo utensile).
Se il periodo è ideale per la raccolta (vedi quando tagliare le canne di bamboo), bisogna selezionare culmi che dovranno avere 3/4 anni di età.
Se non si conosce l’età del culmo si possono valutare dei segni: ad esempio, la presenza o meno di polvere bianca che ricopre il culmo è tratto caratteristico di una canna di bamboo giovane, di circa un anno. Se il bamboo risulta senza polvere bianca e sporco, localizzato principalmente nella parte inferiore dei nodi, sicuramente è da preferire per il taglio.
Un’altra analisi è l’osservazione del fogliame: se non è presente significa che è un canna di bamboo molto giovane o molto vecchio! Considerando che la vita di un culmo di bamboo è di circa 7/8 anni, se alcuni rami risultano spogli sicuramente non è una canna giovane e quindi “tagliabile”. Nei primi mesi di vita il culmo di bamboo è fragile e della consistenza di un cocomero e nell’arco di 6/12 mesi al massimo (dipende anche dalle condizioni e dalla specie) raggiunge l’altezza massima con un fogliame rigoglioso. Nel corso degli anni successivi si forma la lignina all’interno del culmo che irrobustisce la canna di bamboo.
La massima densità si raggiunge dopo 3/4 anni, dopo di che il culmo inizia la naturale decadenza fino a seccarsi sul posto e cadere.
Si prediligono al taglio le canne che sono vicine tra loro, cercando di mantenere una distribuzione omogenea dei getti: una volta individuati i culmi, si possono segnare con un cordino di canapa o un giro di scotch carta intorno alla canna ad altezza occhi (in modo che sia visibile da ogni punto a 360°).
Individuato il culmo, si libera la base dal fogliame e dal terriccio soffice e con la sega/gattuccio si cerca di rimanere più rasoterra possibile: in questo modo non si avranno “trappole per caviglie”, ovvero pericolosi spuntoni che escono dal terreno e che verranno ricoperti in breve tempo dal fogliame. Se tagliati troppo alti – a 20/50 cm dal terreno – diventano pericolosissimi perché oltre a far inciampare si rischia di caderci sopra in malo modo procurandosi danni anche gravi!
Dopo aver tagliato la canna e trasportata in una zona più comoda alla lavorazione possiamo procedere con il taglio dei rami e la divisione in pezzi (in questo articolo tralasciamo il discorso “trattamenti” e ci concentriamo sui tagli).
É opportuno costruirsi un treppiedi per appoggiare il culmo e lavorare comodamente. Per togliere i rami in modo pulito senza creare spellature si pratica un taglio con la sega sull’attaccatura del ramo; così facendo basterà una leggera pressione verso il basso e il ramo si staccherà. L’operazione è molto comoda e veloce se fatta con una sega di precisione giapponese tipo Kataba, ma in alternativa si può usare quello che si ha, prediligendo delle lame fine con denti ravvicinati, come ad esempio una sega a ferro. Con il segaccio o la sega da potatura viene un lavoro meno pulito e la lavorazione risulterà più scomoda e lenta.
Tolti i rami si può procedere con la divisione in pezzi. Ovviamente dipende molto dalla specie: noi ora stiamo considerando una specie di bamboo della famiglia Phyllostachys alto circa 15 metri presumibilmente della specie Viridis.
Il primo metro circa di culmo nella maggior parte dei casi presenta una leggera curvatura e uno spessore maggiore rispetto al resto della canna. Per questo motivo il primo metro circa di bamboo viene tagliato e utilizzato principalmente per realizzare manufatti artigianali e per ricavare pezzi di bamboo utili per produrre laminati e tavole.
Dopo il primo metro circa e per una lunghezza di 4 – 5 metri, il culmo risulta essere più dritto e regolare nello spessore. Questa porzione di canna è utile in edilizia specialmente per la messa in opera di travi e pilastri.
La successiva porzione di culmo di circa 10 metri può essere tagliata per ricavare un’ulteriore pezzo da 4/5 metri, meno robusto della porzione precedente e non regolare nel diametro ma sempre utile per realizzare strutture o manufatti.
Infine rimane la punta del culmo che può essere utilizzata in campagna come tutore per alberi e ortaggi o per realizzare manufatti, come ad esempio dei fermacapelli o delle penne in bamboo.
In generale non esiste una regola precisa su come utilizzare le varie parti, l’unico limite è la creatività di chi lo usa! Basta tenere a mente che il culmo dalla base fino alla punta ha un cambio di spessore notevole (da 2,5 cm circa a 0,3 circa in cima) e che la base del culmo rimane leggermente incurvata…E se per tagliare il bamboo volete usare il machete come nella giungla, siete liberi di farlo!